Maestri fedeli
«I CAVALLI sanno esattamente ciò di cui ha bisogno
la persona che gli sta accanto,
LEGGONO i traumi memorizzati nelle nostre cellule
e ci portano alla GUARIGIONE.»
Il viaggio alla ricerca di me stessa inizia presto, ancor prima dei diciassette anni. Alcune vicissitudini personali e un lutto che mi destabilizza, mi portano a placare il senso di ingiustizia che provo, migrando verso mete lontane come India, Scozia, Istanbul.
Incontro molti maestri e frequento diversi corsi di crescita personale che mi donano la pace di cui ho bisogno e mi aiutano a trovare alcune delle risposte che cerco. Eppure il mio vero viaggio inizia quando ritorno alla mia quotidianità.
È Hidalgo la mia tappa iniziatica, il primo cavallo che acquisto, un Appaloosa con una stupenda coperta a macchie che mi riavvicina alla passione equestre trasmessa da mio padre che, quando ero bambina, allevava cavalli come animali da compagnia.
Dopo un po’ di tempo dal suo arrivo, Hidalgo ha una frattura al posturale ed è costretto all’immobilità nel suo box. Bloccata lì con lui, accanto al suo corpo intrappolato nel gesso, lo osservo calmo e sereno e torno a pormi interrogativi.
«Sei sempre stato un cavallo molto attivo, amante del movimento, come fai a non essere impaziente di guarire?» gli chiedo silenziosa.
In realtà sono io ad avere fretta che si rialzi, abituata alla frenesia e al moto continuo. Non a caso, per sfuggire ai pensieri della mente, mi dedico anche al trekking in alta quota e mal tollero quel momento di stasi che mi costringe a guardarmi dentro. Hidalgo, nella sua estrema quiete, mi fa notare il valore della pazienza, mi porta inoltre a prendere coscienza di quanto sono ancora irrequieta, incapace di assaporare le piccole cose di ogni giorno.
Questo nuovo approccio di AUTO CONOSCENZA mi apre la mente a una serie di intuizioni e nel giro di pochi mesi decido di prendere un secondo cavallo, Tristano, uno stupendo esemplare nero dalla grande carica energetica.
Con il suo arrivo ogni mia resistenza crolla. Quando entro nel campo, anziché accogliermi come mi aspetto, si allontana e la cosa mi spiazza.
«Perché te ne vai? Perché rifiuti la mia compagnia?» gli dico ad alta voce senza ottenere alcuna reazione.
Sento un nodo alla gola e un profondo senso di delusione, amarezza e frustrazione. Lo amo, perché mi ignora? Mi chiedo.
All’improvviso un pianto antico, che non ho previsto, arriva a travolgermi dal profondo dell’anima fino a farmi cedere le braccia. Il comportamento crudo, diretto, di Tristano mi disarma e tira fuori il mio lato vulnerabile.
Rimango a terra per non so quanto tempo quando a un tratto sento il suo muso appoggiarsi sul mio petto e un calore gentile avvolgermi. È intenso e profondamente dolce, un senso di accoglienza, mai provato prima, che arriva da lontano.
Una volta liberata l’emozione, gli porto le braccia al collo e capisco: non è Tristano a non vedermi, a non accettarmi, ma io stessa. Lui non fa altro che mostrarmi i lati ombra e le mie qualità, nella maniera magica e unica che appartiene alla sua stirpe.
Da quel momento inizio a OSSERVARE sempre più i cavalli e a lavorare con loro sulle mie ferite. È stupefacente ciò che accade ogni volta. Tristano, giorno dopo giorno, mi fa da specchio e mi porta sempre più al centro, alle mie radici.
«Stai qui, respira, stai qui» sembra ripetermi.
Sono stupita da come riesca a leggere il mio corpo e ogni mio stato d’animo, ancor più affascinata dalla dolcezza con cui mi resta accanto quando soffro.
Negli anni approfondisco gli studi e continuo a fare esperienza diretta anche con gli amici. È sorprendente ogni volta vivere le emozioni di ciascuno. I cavalli essendo delle prede sanno esattamente ciò di cui ha bisogno la persona che gli sta accanto, leggono i traumi memorizzati nelle nostre cellule e ci portano alla guarigione.
La mia passione aumenta sempre più e decido di cedere l’attività di cui sono proprietaria e che non sento più in risonanza con i miei desideri per dedicarmi unicamente ai cavalli e offrire un servizio terapeutico, ormai consolidato, anche agli altri.
Purtroppo cado in una truffa e mi ritrovo di nuovo a terra.
«Che sono venuta a fare su questa Terra? Possibile che ci sia così tanta sofferenza da vivere?» mi chiedo. Ma non è tempo di arrendersi, è il momento di rendere concreti gli insegnamenti spirituali appresi negli anni e portarli nella materia. Trovo un rudere nei pressi di Sant’Omobono Terme, in Valle Imagna, in provincia di Bergamo e me ne innamoro subito, per il profondo senso di pace che mi trasmette quel luogo immerso nella natura.
Con il sostegno della mia famiglia, decido di ristrutturarlo e mi preparo ad accogliere il grande cambiamento che sta per arrivare nella mia vita e fare della mia passione una reale professione di aiuto. Ho toccato il fondo e sono risorta dalle ceneri, sono pronta a sostenere tutti coloro che ne hanno bisogno.
Mese dopo mese inizio a ricevere persone da tutte le parti del mondo, coinvolte nei più disparati malesseri: persone che soffrono di attacchi di panico, ansia stress, donne e uomini vittime di abusi, o semplicemente persone insoddisfatte della propria condizione. Comincio a vivere esperienze come facilitatrice molto significative. Un giorno, per esempio, è una donna a cercarmi al telefono. Ha problemi con uno dei suoi figli che è diventato un bullo a causa della mancanza del padre assente. C’è molta disperazione nella sua voce e fissiamo un appuntamento per la settimana seguente. Quando arriva insieme al figlio, la invito a lasciarmi sola con lui e insieme andiamo dai cavalli per la sessione di circa un’ora, dove lo rassicuro che qualsiasi cosa vorrà dire e condividere è protetta. Dopo un po’ si apre spontaneamente e racconta perché a scuola ha comportamenti aggressivi. Subito manifesta tutta la sua rabbia, ma noto le spalle in chiusura e dopo un po’ la voce cambia e si fa incerta. A quel punto lo invito a chiudere gli occhi e gli chiedo: «Che cosa sta accadendo in te, in questo momento?»
Nel frattempo, come per magia, Tristano arriva dietro di lui e gli piazza il naso sopra la spalla, poi sopra la testa. Pochi attimi di silenzio e il diciassettenne esplode in un pianto disperato. Aspetto rispettosa il suo tempo e non appena torna quieto ecco che torna di nuovo a raccontarsi.
«Non mi piaccio, mi sono sempre sentito diverso per via della mancanza di mio padre e le battutine dei compagni anche sul mio sovrappeso mi portano ad avere reazioni violente» dice dispiaciuto per le sue azioni.
Del tipo aggressivo che gli altri temono, in quel momento, non c’è traccia. Di fronte a me vedo solo un ragazzino introverso e sensibile che chiede amore.
Dopo una quindicina di minuti, Tristano toglie la testa dalla sua spalla e si allontana masticando. La sua magia è compiuta e l’energia con cui usciamo dal campo è del tutto diversa da quella di quando siamo entrati. C’è altro lavoro da fare, certo, ma i primi cambiamenti arrivano ed è la madre ha confermarmelo già due giorni dopo.
Esperienze come questa mi riempiono il cuore di gioia e gratitudine e mi invitano a proseguire sempre con più entusiasmo la mia professione.
I cavalli sono ormai i miei più FEDELI Maestri, mi hanno insegnato molto e fatto comprendere una delle lezioni più importanti: che le risposte che cercavo all’esterno erano da sempre dentro di me, protette nel mio guscio.
Ora, grazie a loro, so esattamente qual è la mia MISSIONE e chi sono in qualunque parte del momento sia. Con amore mi hanno ricondotto a casa e sono fiera oggi di aver creato Equus una vita che cambia® un valido metodo per poter aiutare, con il prezioso supporto equino formato oggi da otto splendidi esemplari, tante persone a vedersi e accettarsi per come sono vivendo a pieno e in armonia la propria vita.
Storia vera di Daya Eliana Rota,
trainer di mindfulness, naturopata ed equiterapista.
Raccolta per Confidenze n°3 gennaio 2021
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