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  • Nadia Nunzi

Donna Guerriera


Storie vere, Donna guerriera

Ciao Nadia, eccomi qui a scriverti.

Sono la testimonianza vivente di chi si dice nato senza la camicia.

Mi chiamo Valentina, ho trentadue anni e sono mamma single di due ragazzi.

Tutto inizia da piccola. Mia madre, prima della mia nascita, chiude ogni rapporto con mio padre e poco dopo comincia una relazione con un nuovo compagno.

Le famiglie allargate ancora non erano diffuse e avere una compagna con figli a carico negli anni ‘80 era uno scandalo.

Il mio calvario inizia proprio da qui. Già da piccola ero un ostacolo per la famiglia del mio patrigno e mia madre era troppo innamorata per capire quello che le stava attorno.

All'età di dodici anni subisco una violenza da parte del fratello del mio patrigno. Tengo la cosa per me fino a quando iniziano le prime uscite e lui diventa troppo geloso nel vedermi relazionare con altri ragazzi.

Racconto tutto a mia madre ma quasi non vengo creduta.

Io, che già a tredici anni, ero cazzuta mi dico: «Ok, va bene, vorrà dire che me la sbrigherò da sola».

All'ennesima punizione di lei reagisco, vado dagli assistenti sociali e riferisco che non vuole mandarmi a scuola. (Che tra l’altro era l’unica cosa che mi faceva sentire viva).

Gli assistenti sociali mi allontanano di casa e finisco dalle suore.

Qui sto finalmente bene. Non sono più vittima di bullismo, non sono più trascurata, a differenza di prima, ho abiti nuovi e merende. Mi sento amata e viva.

All'età di sedici anni inizio a frequentare il mio migliore amico (figlio della migliore amica di mia madre). Io sono innamorata e penso che la stessa cosa valga anche per lui. Tra alti e bassi e la relazione che si interrompe e poi riprende, a un certo punto, rimango incinta.

Entro nel panico. Non dico nulla a nessuno e decido di abortire.

Ho tanti sogni, sono giovane, ancora minorenne e devo finire le superiori.

Penso che sia la decisione più giusta, poi però, durante una notte divenuta insonne (a sole otto settimane) mi sento male e avverto già qualcosa muoversi dentro di me e cambio idea.

Chiudo i sogni in un cassetto e decido di portare avanti la gravidanza.

Lui per me è un grande amore. Lo chiamo, gli dico il mio pensiero ma anche che è libero di fare le sue scelte.

Dopo tre giorni di silenzio totale mi telefona e mi dice che è intenzionato a fare da padre al piccolo e di sposarmi.

Io felicissima finisco la maturità e ci sposiamo, convinta che tutto andrà bene.

Purtroppo però, pochi mesi dopo, lui, come da copione potrei dire, cambia e diventa un’altra persona.

Inizia il mio calvario.

Aggressioni verbali e fisiche.

Mi tratta come uno straccio e mi tradisce ripetutamente.

Io sto spesso a casa da sola, mortificata. O con sua madre che non fa altro che appoggiare lui criticandomi come moglie e madre che non vale niente.

Subisco per diverso tempo, fino a che un giorno, stanca di essere costantemente maltrattata, decido di ribellarmi sia a lui che a mia suocera e di farmi rispettare.

Le cose migliorano per un po’ di tempo.

Iniziamo a uscire con un’altra coppia e io divento molto amica di lei.

Resto incinta del secondo figlio (per desiderio comune con mio marito) e le violenze ricominciano.

Lui, oltre a farmi sentire una nullità, mi maltratta anche in gravidanza e al quinto mese, dopo una litigata colossale, svengo e mi portano d’urgenza al pronto soccorso, dove rischio di perdere il bambino per parto prematuro.

Come se non bastasse, mentre sono in ospedale, lui fa la fuga con la mia nuova amica e, cosa ancora più assurda, lei viene accolta magnificamente da mia suocera e io screditata come una poco di buono.

Conclusione della storia?

Tra una corsa e l’altra in ospedale, dopo quattro mesi, nasce il mio piccolo e i suoi occhi mi danno la forza per andare avanti.

Esco da una brutta depressione che mi fa perdere diciotto chili in pochissimo tempo, chiedo la separazione e inizio a lavorare.

A distanza di nove anni sono morti sia il mio patrigno che mia madre.

Mia suocera non ha fatto più parte della mia vita e per lui non provo che pena perché altro non è che un fallito.

Ho cresciuto da sola due figli stupendi e sono orgogliosa di me, della Donna Alfa che sono. Una vera guerriera che continua a combattere nonostante le difficoltà. #violenzaerinascita

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