FEM
«Lo chiamano amore malato, amore violento, amore criminale.
Ma sono parole che stridono tra loro e l’amore lo anneriscono di già. Lo distorcono e il significato del sentimento allora si trasforma.
«Sono schiaffi buoni, schiaffi d’amore» mi dice appunto lui, dopo avermene dato uno in pieno viso, così, per un motivo futile, in una sua giornata storta. Una come tante altre.
Il tavolo di vetro davanti al divano è in mille pezzi e lo sono anch’io, sconcertata e tremante, abbracciata alla mia umile innocenza.
Eppure questo non basta per farmi andare via.
Lui esce, mentre io resto lì, con le lacrime che strisciano lungo il viso magro. Poi le raccolgo quelle schegge taglienti, una dopo l’altra, come una COMPLICE che vuole ripulire tutto. Occultare le tracce del reato. Quando rincasa, ogni cosa è in ordine, e lui è di nuovo il ragazzo bello e gentile che mi ha ammaliata in un bar qualche mese prima.È lo stesso che mi ha detto «ti amo» tante volte e che mi ha abbracciata premuroso sotto le lenzuola o davanti a un tramonto in riva al mare.
Io sono una ragazza un po’ bambina in cerca di calore invece, e lui lo capisce al volo.
Mi SCEGLIE, in mezzo a tante.
Mi mira proprio come una PREDA LIBERA in mezzo alla foresta.
Mi fa sentire bella, importante, speciale. Come nessun altro ha fatto prima mai. Ed è proprio lì, in quel momento, che m’impiglio nella rete. Con quell’inadeguatezza che mi porto appresso. Con quel disagio di adolescente derisa. Con quell’autostima sotto i piedi che non mi dà lucidità.
Lui li capta tutti i miei bisogni e non perde un solo istante ad attuare il gioco sottile e rovinoso della manipolazione. Mi dirige uno sguardo furbo e un sorriso irresistibile, mentre si avvicina troppo. E allora la mia vita cambia.Poi continua a usarli all’occorrenza, quegli occhi belli e quella morbida bocca, insieme alle finte scuse e ai pentimenti programmati. Anche dopo quello schiaffo mi bacia, mi accarezza, mi sorride e mi confonde.
«Sono uno stupido, non accadrà più» dice.
Io non reagisco come dovrei. Gli credo, mi piego ancora, me lo tengo accanto e mi prendo in giro. Spero che la sua aggressività immotivata e la gelosia estrema, come sono apparse, svaniscano.
Mi ILLUDO di qualcosa che non esiste.
Mi aggrappo all’idea di un amore che non c’è.
Ma la violenza non regredisce mai, avanza e lo fa con una velocità disarmante e nei modi più insidiosi.
Tutto quello che vivo, per tre anni, è uno sfinimento senza pietà. I vestiti addosso cambiano, mi coprono. Il trucco scompare. Il viso invecchia. L’anima imbruttisce. Devo tenere quasi sempre gli occhi bassi, sorridere solo a lui, guardare solo lui, parlare quasi solo con lui. Devo fare tutto ciò che comanda. Nel giro di poco tempo scompaio e al mio posto c’è una persona triste che non riconosco più. Una persona infinitamente sola, che si ammala, che ha paura e che non sa che cosa fare per liberarsi.
Ma alla fine il giorno della mia scarcerazione arriva.
E lo fa purtroppo insieme alle botte. Chiusa in una stanza, proprio lì dove l’amore si è consumato tante volte, temo il peggio, persino di non arrivare ai trentuno anni. Sono terrorizzata e minuscola, ma riesco a salvarmi e indietro non ci torno più. Mai più verso le sue labbra intrise di veleno. Smetto di proteggerlo e inizio a pensare finalmente a me. Ignoro i sensi di colpa che mi pesano addosso, parlo, denuncio e non mi lascio abbindolare più.
Non esistono gli schiaffi d’amore.
Lo sapevo allora e oggi più che mai.
Esistono l’amore e la violenza e viaggiano su rette parallele che non si possono incontrare. E poi c’è il rispetto, che meritiamo tutte, come donne e come persone. E il volersi bene prima di ogni altra cosa. Perché se non impariamo a prenderci cura di noi stesse e a valorizzarci, non riusciremo mai a vivere rapporti di qualità. Sembra banale ma non lo è affatto.
Proteggere la propria indipendenza e l’individualità è fondamentale.
Non siamo due metà che si uniscono.
Siamo persone integre già di per sé e chi ci vuole accanto, non deve toglierci nulla di ciò che abbiamo, di ciò che siamo e di ciò che vogliamo essere.
L’amore arricchisce, non mortifica e ora che sono una donna nuova, CONSAPEVOLE e forte, non permetterò più che qualcuno s’impossessi della mia essenza né che mi forgi a suo piacere.
Non ho smesso di credere nei sentimenti, ma mi prepongo al primo posto, a ogni risveglio, com’è giusto che sia, e quel sole che guardavo da bambina è finalmente di nuovo qui, a splendere anche per me.» #stavoltascelgome