La violenza non ha sesso
La mia storia è una storia che, ogni volta, si ripete. Con la solita paura di sbagliare scelta, di dire quel no quando serve che mi fa temere di perdere la persona che ho accanto. E allora il no non lo dico quasi mai e vado avanti. Per un po’ ho fatto così anche con L. L. non è un uomo - quelli, seppur premurosi, non so perché, ma non sono mai riuscita ad amarli - bensì una ragazza. Ma l’amore non ha sesso e le dinamiche di coppia, sia etero che non, posso dire che non cambiano. L. mi piaceva molto. Come altre, forse di più, ma, già dai primi giorni, avevo scorto quel tipico comportamento predominante che mi toglieva spazio. L. pretendeva l’esclusiva e che vivessi con lei già dopo soli due mesi di conoscenza.Il mio ‘no’ a riguardo le aveva messo in bocca la parola egoista rivolta proprio a me, accusandomi di non pensare ai bisogni di coppia. Ma non funziona così. E lo so bene. Il percorso che ho fatto mi porta ormai a riconoscere le persone che non vanno e gli amori malati.Nonostante questo, per un po’ ho ceduto, perché in fondo sono ancora un’insicura e perché vederla soffrire e sapere che il suo passato non è stato dei migliori, mi fregava. L. ha avuto genitori anaffettivi, e teme continuamente l’abbandono, per questo s’impone così duramente. Per paura. E a me, di getto, veniva spontaneo volermi prender cura di lei.Ho subito sempre violenze psicologiche e manipolazioni che mi hanno annientata. Rubato ogni volta l’identità. Piccole cose in confronto alle storie che leggo ogni giorno, ma la sostanza è quella: perdita di autostima e sentirmi sbagliata sempre e comunque, volendo essere ciò che vogliono gli altri e illudendomi di poter essere felice solo così. Per fortuna il mio malessere mi porta, a un certo punto, a bloccarmi. A fermarmi a ragionare. Seppur poi iniziano i periodi di solitudine, desolazione, angoscia… Ho fatto tanti anni di psicoterapia per cercare di capire e uscire da questi meccanismi. E ho imparato che l’unica via di guarigione è quella di nutrire me stessa con la mia essenza, accogliendo anche i lati oscuri, accettando di cadere, avendo pazienza. Ho imparato a stare bene da sola. A viaggiare da sola. A scoprire le mie passioni. E allora, anche questa volta, a un certo punto, mi sono fermata a riflettere, e mi son detta: perché buttare via tutto questo?
Un rapporto sano non toglie, semmai dà. E io voglio condividere la mia vita con qualcuno, senza dovermi privare dei miei spazi e delle mie passioni.
Ho ancora molto lavoro da svolgere su di me. Mi sono anche avvicinata al Buddismo per togliere questo mio Karma che sembra ripetersi inesauribile ma voglio riuscirci!
Ho letto la tua storia e come sei riuscita a tirartene fuori. Sei stata forte. Anch’io voglio esserlo e aiutare tante altre donne in difficoltà.