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  • Nadia Nunzi

Non ho paura


Luce

Non ho paura è il nome del corso di difesa personale per donne che sto frequentando. Non ho paura degli sconosciuti che mi potrebbero aggredire, insultare, offendere o minacciare di morte per strada, perché purtroppo tutte queste cose le ho già subite, ma non da uno sconosciuto, bensì da una persona che invece conoscevo benissimo, il mio ex marito.

Mi sono spostata vent’anni fa e, mai avrei pensato che, invece di essere protetta, mi sarei dovuta difendere.

Ho subito per vent’anni anni violenza verbale e psicologica senza nemmeno rendermene conto. Questa violenza è la peggiore perché non si vede. Non la vede chi ti sta attorno ma soprattutto non la vedi tu. Credi che sia normale che tuo marito comandi praticamente su tutto in casa e ti faccia sentire una persona inutile e che non vale nulla.

Ho continuato a farmi piccola e a credere davvero di non valere niente come moglie, madre e casalinga, come puntualmente si divertiva a farmi invece credere lui. In casa non avevo voce in capitolo in nessun argomento, decideva sempre lui. Cucinava anche, perché diceva che io non ero capace. Decideva come dovevo vestirmi, truccarmi, dove si doveva andare in vacanza, e via dicendo…

Lavoravamo in due ma io non ho quasi mai visto un euro del mio stipendio perché lui diceva che era più bravo a gestire i nostri soldi.

Lui era più bravo a fare tutto, ero io quella sbagliata.

Non so come ho fatto a sopportare tutto questo. Ho portato pazienza e ho aspettato passivamente che le cose cambiassero.

Poi tre anni fa, a distanza di poco tempo, perdemmo il lavoro entrambi, e ci ritrovammo con tante spese da affrontare e pochissimi soldi. E da lì finalmente ho capito che persona avevo accanto: una persona che invece di pensare a come sfamare la sua famiglia pensava solo a come procurarsi i soldi per le sigarette o per andare a bere al bar. Queste erano le sue priorità! È stato come un flash, ho aperto gli occhi, che persona era una che metteva al secondo posto sua figlia, sua moglie, la sua casa?

A quel punto, mi sono rimboccata le maniche e ho trovato un altro lavoro (al contrario di lui che stava tutto il giorno sul divano) e ho cominciato a far quadrare il bilancio familiare con molti sacrifici pensando solo alle cose più importanti e negandogli da subito i soldi per i suoi vizi.

Da lì, è iniziato un nuovo inferno. Non era abituato a non bere e a non fumare più, ma soprattutto non era abituato a questa inversione di ruoli.

Io che decidevo e lui che subiva. No, non ci stava.

Ed ecco che iniziarono le violenze fisiche! Ma, per assurdo, ero io, tra i due, la persona cattiva.

Cominciò subito a farsi i film mentali e ad accusarmi di avere relazioni con tutti gli uomini che conoscevo: colleghi, amici, chiunque conosciuto sui social. Non ragionava più. Non gli bastavano più le violenze verbali e psicologiche, doveva punirmi più forte! Ma non aveva fatto i conti con il fatto che le violenze fisiche si vedono, eccome se si vedono! Le vedono i medici, le vedono i carabinieri e le vedono gli avvocati. E io ho fatto tutto questo: le ho fatte vedere e ho DENUNCIATO e poi chiesto la separazione. Lui la firmò, costretto dal suo avvocato, per alleggerire un’eventuale condanna, ma con il diabolico piano di non uscire più da casa e di rendermi la vita un vero e proprio incubo. Non aveva un lavoro, né possibilità economiche per trovarsi un nuovo alloggio così con questa scusa non se ne andava mai. Doveva rovinarmi la vita, a tutti i costi, per vendicarsi.Cominciò a minacciarmi di morte quasi tutti i giorni, a seguirmi in qualsiasi posto andassi, a controllarmi ovunque, a tempestarmi di telefonate a qualsiasi ora del giorno e a insultarmi in maniera sempre più pesante.

A casa vivevo il terrore, perché aveva scatti d’ira spaventosi, ma non volevo dargli la soddisfazione di andarmene; doveva andarsene lui e comunque ancora una volta portavo pazienza per amore di mia figlia, certa che prima o poi un errore l'avrebbe commesso. E infatti così accadde. Un giorno, ubriaco come non mai, venne a casa dei miei genitori dove stavo cenando con mia figlia e cominciò a insultarmi delle peggiori accuse con l’intento di mettermi anche le mani addosso. Appena l’ho capito, ho chiamato subito i carabinieri. Talmente alterato dall'alcol ha continuato la sua sceneggiata anche davanti a loro, picchiandoci entrambi.

Fu quello l’inizio della fine per lui e la vista della LUCE in fondo al tunnel per me.

Continuai con ulteriori denunce anche dopo che fu incarcerato e da parte del tribunale scattò subito il provvedimento di allontanamento familiare e il divieto di avvicinarsi a me o a mia figlia, a casa mia e a tutti i luoghi che noi frequentiamo. Finalmente se n'era andato e poteva ringraziare solo se stesso. Purtroppo è rimasto in carcere soli tre giorni, ma ha subito un altro processo. È tuttora a piede libero ma ha perso tutto. Non ha una casa, non ha un lavoro, non ha un'auto, non ha soldi, non ha più niente, ma a me non interessa, io non lo vedo più, non lo sento più, non lo perdonerò mai e poi mai per tutto quello che mi ha fatto.

Non abbasso più la testa: ha sbagliato, deve pagare, non importa come. L'ho rimosso per sempre dalla mia vita, dalla mia mente, dal mio cuore. Cancellato.

Ora penso solo alla mia RINASCITA, alla mia vita senza di lui che è bellissima e ho ricominciato ad apprezzare le piccole cose.

La mia casa è un luogo sicuro e sereno ora. Ho sempre pensato che odiavo cucinare, invece no, era quello che credevo a causa sua, mi piace e lo faccio con amore per me e per mia figlia.

Tornare a casa da una passeggiata e non aver nessuno che mi controlli per aver fatto un minuto di ritardo non ha prezzo.

Non sono più depressa o infelice come prima, sono un'altra persona, e ringrazio tutti i giorni di questa nuova vita che neanche credevo esistesse. Ho ripulito la mia casa e la mia anima dalla sporcizia che lui aveva lasciato.

Voglio dire alle donne che stanno vivendo la stessa situazione, di denunciare sempre e comunque, già dai primi segnali di violenza e che, anche se a volte sembra che ci sia tutto contro, NON BISOGNA ARRENDERSI MAI e nemmeno tornare indietro.

Dobbiamo amare noi stesse prima di tutto e metterci al primo posto, sempre e non aver paura di chi ci fa del male perché noi donne siamo più forti.

Io non ho paura Mai. Anonima.


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