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  • Nadia Nunzi

Contatto Zero


Contatto Zero, Storie di donne

«La nostra storia inizia nel 2015.

Separata, con una figlia (allora di 14 anni), parecchio delusa dagli uomini, convinta a fargliela pagare.

Le mie amiche mi convincono a installare un'applicazione e conosco immediatamente lui.

Già diverso dagli altri, che invece mandavano foto dei loro piselli zoommati e mi chiedevano sesso dopo il "ciao".

Lui no. Lui era posato, educato e distaccato tanto quanto basta per scatenare curiosità.

Dopo quattro giorni di brevi messaggi, ci diamo appuntamento.

Un po’ buffa la cosa. Mi raggiunse una domenica pomeriggio, al supermercato e lo portai con me alle Pompe Funebri, perché avevo una commissione.

In seguito ridemmo più volte del nostro primo incontro. Insomma, non rispecchiava proprio i canoni di un primo appuntamento.

Venne da me, mi aiutò a portare le borse della spesa in casa e a sistemare le cose.

Chiacchierammo e lui sfoderò tutta la simpatia e il savoir fair che lo ha sempre contraddistinto, quando era Dr. Jekyll.

Facemmo sesso ma per me non lo era.

Quando dicono che ti fanno un incantesimo, è proprio vero.

Dal quel primo marzo ero sotto un incantesimo.

Doveva essere solo un pomeriggio di sesso, ma sono diventati ventuno mesi di "relazione tossica".

Devo ammettere che ha mostrato subito di avere un carattere e una personalità diciamo “impegnativi". Ora so, che quelli erano già i primi segnali, ma non li ho ascoltati.

Inizialmente alternava momenti di leggero distacco a momenti di enorme coinvolgimento.

Mi chiamava due o tre volte al giorno e mi mandava messaggi spot. Spesso semplicemente degli occhi. Occhi che io credevo fossero come un "Ti penso” ma che ora so che equivalevano a un "Ti controllo".

Molto permaloso: interpretava spesso male le mie parole e le sue risposte erano dure e risentite. Faceva spesso allusioni sulla mia integrità, dicendo che aveva già avuto delle relazioni e che se le cose non andavano come diceva Lui, avrebbe mollato il colpo.

Era molto geloso ma a me piaceva perché era il contrario di ciò che avevo vissuto nell’esperienza precedente.

Con l’andare del tempo, però, la gelosia è diventata assurda, ingiustificata e patologica.

Vedeva uomini che ci provavano ovunque e mi faceva scenate. Ho rischiato di perdere il posto di lavoro. Minacciava qualsiasi persona che, secondo la sua mente disturbata, ci provava con me e mi vietava di sentire o vedere persone che a lui non piacevano.

Cercavo di chiudere, periodicamente, dopo scazzi continui sempre per la sua gelosia assurda è patologica, ma poi tornavo puntualmente indietro.

Per i primi 6/7 mesi fui io a corrergli dietro e a giustificarmi per cose che non avevo fatto, ma per le quali lui faceva scenate assurde come un fottuto bambino viziato.

Successivamente fu sempre lui a tornare, dopo pochi giorni.

Il primo anno fu costellato anche da momenti da favola, nonostante tutto. Momenti che però mi venivano fatti puntualmente pagare.

Gli ultimi undici mesi furono una tragedia.

Il Dr. Jekyll era dolce, passionale, premuroso, allegro, divertente, disponibile, buono, forte, generoso, propositivo e quanto di più bello possa esistere in un uomo.

Mr. Hyde era un mostro: sospettoso, geloso, accusatore, cattivo, aggressivo e violento.

E bastava una parola, un gesto, un’immagine, un atteggiamento, che lui percepiva sbagliato, a far scoppiare macelli.

Non sto a raccontare tutto nei minimi particolari. Ma ho rischiato la vita spesso, mentre faceva il pazzo in macchina, perché si imbestialiva per qualcosa di inesistente o perché qualcuno gli tagliava la strada e scendeva dalla macchina per massacrarlo di botte.

Era Socialdipendente e passava giorno e notte a controllare i miei collegamenti, post, commenti… E non mancava quotidianamente di tormentarmi per cose ovviamente vedeva solo la sua mente disturbata.

Proiettava a livelli esponenziali.

Aveva talmente tanta merda dentro che la buttava addosso a me.

Cinque relazioni prima di me. Due avute contemporaneamente. Quattro tradimenti su cinque.

Il bue che dice cornuto, all'asino, insomma.

Controllava sempre il mio telefono, ma il suo era blindato.

Ovviamente con il codice e appiccicato al sedere giorno e notte. Era il prolungamento del suo braccio. Lo portava con sé, persino per gettare l'immondizia. Quel telefono era controllato a vista.

I suoi amici (amiche) su fb erano nascosti e le gattine morte che aveva sempre attorno apprezzavano solo post e foto in cui lui era da solo, mentre i miei amici, entrambi.

Ovviamente io dovevo stare zitta e muta. Quando ho provato a fargli notare la cosa, sono stata aggredita e appellata come malfidente. Ricordo che mi disse "Io sono stato il Re dei tradimenti. Se voglio te la posso fare sotto il naso in ogni momento". infatti così è stato.

Non credo mi abbia mai tradito fisicamente, passava giorno e notte a controllare me, ma sicuramente virtualmente col suo harem di gatte morte lo ha fatto.

Negli ultimi mesi, aveva preso anche l'abitudine di minacciare di suicidarsi, fino a mandarmi una vera e propria foto con un cappio al collo.

Il primo livido a maggio del 2016, a casa sua davanti a sua madre, a ottobre il successivo.

Come sempre si chiudeva in casa mia e mi tormentava. Poi tanti altri episodi.

In uno degli ultimi voleva portarmi al pronto soccorso e cercò di spogliarmi. Io non volli.

Mezza nuda allora mi fece una foto.

Mi disse, mentre mi tirava dei buffetti sulla guancia: "guarda che bella che sei, ora ti faccio una foto e la pubblico, anzi no te la mando, così la fai vedere alle tue amiche e gli dici che ti picchio”.

E dopo avermela inviata scrisse:

"Ti amo gioia, io per te ci sarò sempre". La pazzia allo stato puro! Poi i tentativi di suicidio.

Iniziò, come da prassi, con i suoi soliti messaggi e telefonate disperate, in cui mi chiedeva scusa e mi prometteva che sarebbe cambiato.

Mi scrisse anche sua sorella, a cui aveva fatto veder attraverso le foto, ciò che mi aveva fatto. Mi scrisse di stare tranquilla perché questa volta lo vedeva veramente dispiaciuto e consapevole di ciò che aveva fatto e che non sarebbe più successo. E mi chiese se potevo quotidianamente dargli notizie su come stavo perché LUI era preoccupato.

Sulla famiglia stendo un velo pietoso.

Ne stendo uno anche sul suo psicologo.

Per due settimane mi ha bombardato di amore incondizionato tramite messaggi e telefonate. Poi lo rividi, passammo una splendida serata. Uscimmo a cena e mi ribadì di essere innamorato. Tornammo a casa e facemmo l'amore. Meraviglioso come sempre.

La mattina dopo a colazione gli dissi: "perché non può essere sempre così? Perché dobbiamo crearci problemi che non esistono? Perché non possiamo stare tranquilli?".

Lui mi rispose "perché ci sono delle cose che non sopporto e che mi danno fastidio". Aveva di nuovo quell' atteggiamento.

Mr. Hyde sarebbe tornato a breve. E infatti non ci mise più di un giorno a ricominciare con i controlli, ecc.

A quel punto vidi il mio futuro in due casi:

1. Devastata e abbandonata. Perché così sarei finita.

2. Devastata e imprigionata in una relazione tossica.

E in tutto questo ho visto mia figlia e il suo futuro da vittima.

A novembre gli mandai un messaggio in cui gli dicevo di uscire definitivamente dalla mia vita poi chiusi tutti i canali di comunicazione: social, posta elettronica, telefono.

Non seppi più nulla di lui fino giorno del mio compleanno, in cui mi fece trovare sull'auto tre rose con un biglietto "buon compleanno gioia”.

Tenni le rose. Piansi tutto il giorno. Ancora ora piango ogni tanto. Ma non tornai indietro.

Trovai per caso nello spam, una sua mail con lo stesso oggetto del biglietto.

Non lessi mai quella mail. Sapevo che mi avrebbe fatto male, troppo male e io dovevo proteggermi.

E l'unico modo che abbiamo per proteggerci è il NO CONTACT ASSOLUTO, CONTATTOZERO.

Spesso mi si chiedo dove abbia trovato la forza.

La forza l'ho trovata nella disperazione.

Nella lucidità di un momento.

Negli occhi di mia figlia e nel suo futuro.

Nella mia dignità.

La forza l'ho trovata dentro di me

La forza ce l'avete dentro e più avrete contatti con loro (anche solo mentali), più lo metterete al centro dei vostri pensieri.

Mi sto riprendendo sempre di più e voglio ESSERE.

Non lo odio. L'ho amato moltissimo e avrà sempre un posto nel mio cuore, ma non voglio tornare indietro. Finalmente sono tranquilla. Non vivo più nell'angoscia e nel terrore. Non devo più fargli la telecronaca della mia giornata e dargli le generalità delle persone che vedo. Non sento più quelle maledette domande che mi faceva tutti i fottuti giorni.

Non lo odio. È una vittima, a sua volta diventato inevitabilmente carnefice. Ho cercato di aiutarlo, ma ha distrutto me.

Sono tornata a uscire, a vedere amici, a indossare nei limiti del buon gusto (ma come ho sempre fatto) vestiti e tacchi.

Sono una persona seria e onesta e di quello che pensa lui, non mi importa.

Non penso di essere felice, ma sicuramente tranquilla. Una tranquillità mai provata prima.» Esse. #violenzaerinascita

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