top of page
  • Nadia Nunzi

L'intervista di G.


L'intervista

Ciao G., ho letto la tua storia e mi fa piacere che hai capito quanto vali e che ti stai prendendo finalmente cura di te. Pensi di essere abbastanza forte da poterti dichiarare ‘fuori pericolo’?

Intanto grazie per i complimenti.Fuori pericolo? Be’, sinceramente, non mi sento del tutto fuori pericolo. Purtroppo lui abita vicino e, nonostante ci siano diverse denunce fatte da me e famiglia, ancora non è stato preso un provvedimento di allontanamento perché per mia fortuna c’è sempre stato qualcuno e qualcosa ad aiutarmi evitando le aggressioni fisiche (non aprivo la porta o è intervenuto qualche familiare). Evito di incontrarlo, scendo in orari dove so che non esce. Se lo incontro per strada vado al marciapiede di fronte, il mio profilo Facebook è bloccato. Sto molto attenta.

Sei una ragazza giovane e bella, nonostante tutto, credi ancora nell’amore?Credo che l’amore esiste perché voglio sperare che sia così.Quello che ho vissuto era amore da parte mia ma possessione da parte sua. Un amore malato!Purtroppo questa esperienza mi ha fatto capire anche che l’amicizia non sempre esiste, alcune mie “amiche” mi hanno voltato le spalle per paura o per non entrare in questa storia (hanno assistito ma non hanno nemmeno chiamato i carabinieri). Un’altra cosa che ho capito, durante questo mio percorso, è quello di non cercare l’amore a ogni costo perché puoi entrare in storie “sbagliate” essendo meno giudiziosa. Per il momento nella mia vita c’è spazio per l’amore verso le bimbe, me stessa e le persone care.

Dopo tutto quello che hai passato, cosa pensi sia prioritario insegnare alle tue figlie, future Donne?

Mia figlia (la più grande che ha otto anni) ha visto tante cose e ho dovuto darle delle risposte, anche sminuendo fatti molto gravi, proprio perché voglio che cresca serena e che questi episodi non influenzino il suo futuro, mentre per la piccolina (di due anni), per cui il papà ha fatto tante cose, sto ancora riflettendo su cosa dirle, anche perché proverò a omettere tutto per non influenzare il suo rapporto con lui (se un giorno deciderà di fare il padre e non la guerra a me).

Voglio che siano donne indipendenti con valori e che questi valori li difendano. Vorrei che la loro vita sia una vita piena e che, tramite me, capiscano che, se anche la vita le farà cadere, devono rialzarsi.

A quale sogno hai rinunciato per amore, che vorresti riavere?

Per amore ho rinunciato a tante cose, come ad esempio alla possibilità di crescere professionalmente. Appena troverò un nuovo lavoro spero di potermi iscrivere a scuola guida e a un corso di estetica (cosa che lui non mi ha mai permesso ). A volte scrivevo ma lui diceva che non ero in grado. Insomma, spero che con il tempo realizzi parte di tutto ciò che lui mi negava sminuendomi.

Raccontando la tua storia hai lanciato molti messaggi d’incoraggiamento per le Donne, soprattutto quelle con figli. C’è qualcos’altro che vorresti dire?

A tutte le donne che vivono la mia situazione vorrei dire che se ne può uscire. Sembra impossibile ma si può, però bisogna aver la CONSAPEVOLEZZA che quello che si vive non è amore. Nessun uomo ha il potere di togliervi i figli, si credono giudici ma non lo sono. I figli li tolgono solo se siete voi a permettere ciò. Rivolgetevi a un centro antiviolenza, parlare con una psicologa può aiutarvi molto. NON siete voi “pazze o sbagliate”. Il silenzio non aiuta i vostri figli. Mia figlia (grande) all’epoca aveva sei anni e iniziò a proteggermi, notava tutto, perfino che mangiava da solo. Ricordo ancora la scena “mia mamma non è la tua serva, aspettala!” mentre sua figlia all’epoca neonata non dormiva e quando lui urlava piangeva.

Loro vedono e sentono tutto anche da neonati. Voi donne che subite tutto, siete FORTI. Bisogna trovare il coraggio e avere la consapevolezza che non cambiano, quindi non lasciatevi impietosire dai loro “prometto che cambierò” o “mi uccido. Senza di te non vivo, sono solo!”. Lottate per i vostri figli, però se sono cattivi compagni ma buoni padri, concedete loro la possibilità di farlo. Siate giudiziose: se sono in pericolo lottate e fatevi ascoltare. Ho bussato tante porte, sono stata delusa ma alla fine ho trovato qualcuno pronto ad aiutarmi. Non arrendetevi!

Credo che i professionisti debbano trovare il coraggio di dire la verità senza rimandare il problema. La legge è troppo, ma troppo, lenta poi tra assenze, notifiche difettose e roba varia si perde ancora più tempo. In un giorno nelle aule si fanno troppe udienze - passando da rapine a maltrattamenti - . Come può un giudice capire fino a fondo la vicenda? Credo che sia meglio farne poche ma con attenzione, leggendo pagina dopo pagina, messaggi, ascoltando… i provvedimenti devono esser presi prima che succede qualcosa, dai primi campanelli. L’ideale sarebbe creare un tribunale che si occupi esclusivamente di questo, così tutto verrebbe svolto più velocemente. Non abbiate paura di dire la verità perché la loro pazzia emergerà prima o poi. #violenzaerinascita

46 visualizzazioni
1/38
Archivio
Cerca per tag
bottom of page