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Corro a prendere i miei sogni


«Torno subito, vado a prendere i miei sogni» è lo slogan che tiene Katia ben visibile sulla sua pagina Facebook. Ed è esattamente ciò che ha fatto, ha lasciato il suo lavoro come impiegata presso una nota ditta di Milano, dove abitava, ed è andata a prenderseli di corsa.

Katia Figini

«Avevo un ruolo di rilievo, economicamente stavo bene, eppure non mi sentivo realizzata. Ero ingabbiata dentro un mondo incasellato, di scadenze cicliche e lasciavo per me stessa poco spazio. Così ho deciso di attuare una svolta importante e mi sono dedicata allo sport, inizialmente in palestra. Dopo un primo traguardo ottenuto correndo a lungo sul tapis roulant, mi sono appassionata e ho fatto della corsa una filosofia di Vita

Katia corre ormai da più di dieci anni ed è rimasta affascinata dai deserti da quando, sfogliando una rivista, ha visto delle gare organizzate proprio in quell’ambiente.

È appena rientrata, classificandosi prima, da un percorso di 100 km a Santo Domingo, e porta ancora con sé tutte le emozioni che ha provato percorrendo il parco naturale.

«Ogni volta è una sensazione diversa, sempre bellissima, che mi arricchisce dentro e mi fa sentire, non solo parte dell’Universo, ma anche unita alle donne di ogni cultura che incontro attraversando i villaggi. Nei loro sguardi ammiranti ritrovo sorellanza e questo mi fa proseguire ancora con più gioia, divulgando un messaggio di forza per tutte loro, soprattutto per quelle che vivono una situazione di violenza.»

Katia Figini

La prima volta che Katia ha sentito forte dentro di sé di voler unire la sua passione a un progetto sociale di comunicazione volto alle donne di tutto il mondo, si trovava a Mali, nella falesia rocciosa di Bandiagara. Mentre aderiva a una gara insieme ad altri partecipanti ha sentito ripetere: «Est une dame, est une dame» proprio dalle donne del posto ed è rimasta toccata profondamente da quelle parole intrise di stupore.

«Ero bardata, con la fascia in testa e lo zaino sulle spalle, poco riconoscibile in mezzo a tutti i podisti di sesso maschile. Quando hanno capito che ero una donna come loro sono rimaste davvero sorprese, come se stessi compiendo qualcosa di incredibile. Attraverso i loro occhi, oltre la meraviglia, ho scorto anche molta complicità e ho trovato la risposta che cercavo da qualche tempo. Al ritorno, ho iniziato subito a fare ricerche riguardo la violenza di genere, restando sconvolta nell’apprendere i dati che riguardano davvero le donne di tutto il mondo, a prescindere dalla loro cultura. Ho pensato che ogni giorno entro in contatto con qualcuna che ha subito o sta subendo soprusi, senza nemmeno saperlo. Da lì il desiderio forte di dire a tutte che si può uscire da qualsiasi situazione, anche da quella che sembra impossibile. E ho deciso di aderire al progetto Run For Women percorrendo in un solo anno cinque deserti.»

Il messaggio di Katia è un incoraggiamento a non lasciarsi sopraffare da nessuno per nessun motivo, imparare a prendersi cura di se stesse e soprattutto a riscoprire la propria forza interiore.

«Se riesco io, con il mio fisico minuto, a percorrere così tanti chilometri, in autosufficienza nell’infinità del deserto, ogni donna può liberarsi dalle catene di un maltrattante»

questo sostiene nel suo urlo di denuncia. Ma il suo è anche un invito all’introspezione, per vivere una vita fondata sull’autenticità, dedicandosi a ciò che realmente fa bene al cuore e allo spirito.

«Quando ti rapporti umilmente con una forza naturale come quella del deserto ritorni a una condizione primordiale, senza smarthphone o altri strumenti tecnologici, e riesci a percepire realmente la tua essenza. La pace in me stessa che sento in quei luoghi non riesco a trovarla da nessun altra parte e, ogni volta, rientro a casa con un insegnamento.»

Oggi Katia è una coach sportiva che allena tante persone, aiutandole a raggiungere i propri obiettivi personali, e ispira sempre più donne alla corsa e alle gare nei deserti, per vivere un’esperienza unica che porta a evolversi nel profondo. Dall’autunno del 2017 fa anche parte, insieme ad altre tre runner, della squadra Ferrino Women Team che vede quattro atlete dai percorsi sportivi differenti legate dallo stesso intento di dimostrare la grande forza femminile, consolidando il messaggio che con pazienza, volontà e determinazione le donne possono davvero compiere anche quelle che sembrano le più ardue imprese, ancor più quando sono unite tra loro.

@Nadia Nunzi

Testimonianza raccolta per la rivista Starbene n°18 di aprile 2019

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